VDI e RDSH: come scegliere il giusto livello di accesso remoto

Architetture di virtualizzazione per diverse esigenze e budget

 

Articolo VDI & RDSH

 

Quando si parla di VDI (Virtual Desktop Infrastructure) e accesso remoto, il mondo delle sessioni desktop e delle applicazioni grafiche può sembrare un labirinto.

Le tecnologie disponibili oggi permettono di costruire ambienti altamente performanti, flessibili e sicuri, ma spesso la domanda è una sola: qual è la soluzione giusta per i miei utenti e il mio budget?

Sul VDI, infatti, sono nati diversi falsi miti che riguardano i costi, la complessità e le lacune di sicurezza. Tutti miti sfatabili facilmente perché la virtualizzazione desktop, in realtà, è un’architettura che può essere davvero molto flessibile e personalizzabile, adatta ad ogni esigenza, settore e budget aziendale. Facilita lo smart working e gli smart office, garantendo prestazioni e sicurezza da qualsiasi device e in qualsiasi luogo.

In questo articolo ci concentriamo su tre scenari ricorrenti in ambito Virtual Desktop, analizzando le tre principali architetture VDI e raccontandone le differenze in modo chiaro:

  1. Accedere a una macchina fisica da remoto
  2. Usare una sessione condivisa (RDSH)
  3. Avere una macchina virtuale dedicata con GPU (VDI)

 

Macchina fisica da remoto: potenza pura, zero scalabilità

Questo approccio consiste nel fornire agli utenti l’accesso remoto a una workstation fisica, dotata magari di GPU di fascia alta, localizzata in sede o in un datacenter.

È la soluzione più semplice da implementare e anche quella che garantisce le migliori performance grafiche, essendo basata su hardware dedicato e driver nativi.

Tuttavia, ha un grande limite: non scala. Ogni utente ha bisogno del proprio hardware, sia esso di proprietà o as a service, quindi se l’azienda cresce o cambiano le esigenze, la struttura rigida può essere un ostacolo, soprattutto economico. Anche dal punto di vista gestionale, aggiornare o mantenere decine di workstation può diventare complesso.

È la scelta ideale per pochi utenti molto esigenti (progettisti, montatori video, ingegneri, ecc.), ma poco adatta a scenari con budget limitati, esigenze office più basilari o con decine di postazioni da gestire.

 

RDSH con sessioni condivise: massima efficienza, minime personalizzazioni

All’estremo opposto c’è la soluzione RDSH (Remote Desktop Session Host) in cui più utenti condividono un unico server e si collegano con sessioni separate.

Questa modalità è estremamente efficiente in termini di costi e risorse, perché consente di concentrare più utenti su meno hardware, riducendo al minimo i consumi di hardware e licenze.

Tuttavia, ciò che si guadagna in efficienza si perde in flessibilità. Ogni sessione è solo parzialmente isolata, l’ambiente è condiviso e le applicazioni devono essere compatibili con i contesti multi-sessione.

Per quanto oggi si possa assegnare anche una GPU al server (con tecnologia come NVIDIA vGPU), le prestazioni per utente non sono paragonabili a quelle di una macchina dedicata.

È la scelta perfetta per ambienti office, amministrativi, contact center o aziende che cercano la massima densità per euro investito, ma non è adatta a utenti con carichi grafici troppo pesanti.

 

VDI con macchina virtuale dedicata: equilibrio tra prestazioni e gestione

A metà strada troviamo l’approccio VDI classico: ogni utente riceve una macchina virtuale dedicata, dotata eventualmente di GPU virtualizzata, con un ambiente completamente personalizzabile.

Le performance sono ottime, l’isolamento è totale, e la gestione centralizzata dell’infrastruttura (snapshot, policy, aggiornamenti) consente un ottimo livello di controllo.

Certo, il costo è più alto rispetto a un RDSH condiviso. Serve un hypervisor, una licenza per ogni VM, un broker per la gestione delle connessioni e le GPU devono essere virtualizzate. Ma rispetto all’hardware fisico, questa soluzione è molto più flessibile e scalabile. Le risorse possono essere riassegnate, le macchine possono essere distrutte e ricreate in pochi minuti, e l’ambiente si adatta a cambiamenti futuri.

Dal punto di vista economico, il VDI GPU-enabled rappresenta un ottimo compromesso: è più caro di una sessione RDSH, ma più sostenibile (e gestibile) di un parco macchine fisiche distribuite.

 

Workstation, RDSH, VDI: una scelta strategica

La scelta tra questi tre approcci non è solo una questione tecnica, ma soprattutto strategica ed economica.

Se hai pochi utenti specializzati che usano software ad alta intensità grafica, può avere senso investire in postazioni fisiche con accesso remoto (virtualizzazione workstation grafiche).

Se gestisci decine o centinaia di utenti da ufficio, la sessione RDSH è la soluzione più razionale in termini di costo per utente.

Se cerchi performance e isolamento, senza rinunciare a una gestione centralizzata e flessibile, il VDI con macchina virtuale dedicata è probabilmente il miglior compromesso.

Non esiste una risposta valida per tutti: ogni azienda ha esigenze diverse (utenti, software, policy, budget, …) e il ruolo dei VDI Architect, come i nostri esperti IT, è proprio quello di tradurre queste esigenze in una soluzione scalabile, sostenibile e gestibile nel tempo, ma soprattutto in una soluzione personalizzata che garantisca le caratteristiche prescelte, scardinando ogni falso mito su costi, complessità e sicurezza.

 

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