Le banche non valutano più solo i bilanci: oggi la solidità digitale è diventata un criterio fondamentale per ottenere credito.
Secondo quanto riportato da ItaliaOggi, gli istituti di credito stanno introducendo nuovi criteri di valutazione che tengono conto del livello di sicurezza informatica delle aziende. Non è più sufficiente presentare bilanci in ordine: per accedere al credito bisogna anche dimostrare di avere procedure di gestione del rischio cyber, piani di continuità operativa e sistemi aggiornati di protezione.

Le banche stanno riconoscendo che la solidità digitale è parte integrante della solidità economica.
A parità di performance finanziaria, verrà favorita l’impresa che dimostra di avere strategie efficaci di difesa informatica, in linea con le normative europee — Cyber Resilience Act, DORA e NIS2 — e con le raccomandazioni della Banca d’Italia, che già nel 2023 evidenziava come i rischi digitali potessero avere un impatto sistemico sull’economia.
A supporto delle imprese, la recente determinazione n. 164179/2025 dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) definisce le misure minime per garantire un livello adeguato di protezione.
Tra queste:
inventario aggiornato degli asset informatici;
policy di sicurezza formalizzate e aggiornate;
test periodici di vulnerabilità;
autenticazione a più fattori;
piani di continuità operativa e disaster recovery.
Queste misure costituiscono una vera e propria “pagella digitale”, che gli istituti di credito potranno utilizzare per valutare l’affidabilità informatica delle imprese.
Le PMI devono iniziare a considerare la sicurezza informatica non più come un costo, ma come un fattore competitivo. Oggi la solidità digitale fa curriculum — e può fare la differenza nell’ottenere credito, partner e fiducia dal mercato.
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Credito alle imprese: ora conta anche la sicurezza digitale
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